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IL DONO DEL PANE - VENITE ADOREMUS
Preziose testimonianze di oreficeria siciliana
16 febbraio - 7 aprile 2024
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OSTENSORI – STORIA DEL MANUFATTO
L’ostensorio è un oggetto liturgico che, tra gli arredi sacri, compare soltanto nel tardo Medioevo, tra il XIII ed il XIV secolo. Quando fu istituita la festa e la processione del Corpus Domini nel 1264, ad opera di Papa Urbano IV, si era da non molto consolidato l’uso di innalzare le Sacre Specie dopo la loro Consacrazione durante la Messa. Il gesto corrispondeva al desiderio crescente dei fedeli di poter adorare Cristo nel SS. Sacramento. Venire incontro a questa diffusa pietà popolare che desiderava contemplare l’Ostia consacrata, sia durante la S. Messa, nel momento dell’elevazione, sia al di fuori della celebrazione fa sì che si progettino e si realizzino suppellettili utili a questo culto sempre più solenne e diffuso, quali la custodia e l’ostensorio, termini che denotano come l’oggetto coincida con la propria finalità liturgica.
Il vaso adibito all'ostensione del Sacramento derivò la sua forma dal reliquiario per l'analogia tra la reliquia di un santo e l'ostia consacrata, corpo e dunque reliquia di Cristo, tanto che inizialmente lo stesso contenitore poteva anche conservare in parti separate l'ostia e le reliquie, e da pissidi e reliquiari riadattati all’uso con l’inserimento dell’indispensabile accessorio della lunetta quale sostegno dell’ostia. Questo spiega perché nei più antichi inventari la terminologia relativa agli ostensori e ai reliquiari era accomunata, e il termine ostensorium venne ufficialmente adottato alla fine del XVI secolo, quando la tipologia dell'oggetto era ormai definita.
Nella prima metà del Quattrocento, anche in seguito alle indulgenze concesse dai papi Martino V e Eugenio IV in relazione alle processioni con il Sacramento, e dopo l'istituzione della devozione delle Quarantore all'inizio del Cinquecento, gli ostensori assunsero forme proprie, suddivise, secondo il Braun in quattro tipologie fondamentali: 'a torre', 'a disco', 'a croce', ‘con figure'.
Mentre gli ultimi due tipi furono poco diffusi e in uso solo fino al Cinquecento, l'ostensorio 'a torre' e l'ostensorio 'a disco' si sono mantenuti, evolvendo nelle tipologie dell'ostensorio architettonico, dell'ostensorio a coppa e dell'ostensorio raggiato, cosiddetti a seconda dalla diversa forma del ricettacolo.
La diffusione di questo vaso raggiunse l'apice nel primo Seicento e si mantenne nei secoli successivi in seguito al culto eucaristico esaltato dalla Chiesa cattolica contro le posizioni protestanti che negavano la reale presenza di Cristo sotto le due specie.
Le tipologie più diffuse furono quella raggiata e quella architettonica, talora riunite in ostensori composti da una teca raggiata posta entro una montatura di tipo architettonico. Divenne frequente l’uso del fusto figurato con funzione di impugnatura tra teca e base al posto del nodo; e anche sul piede e intorno alla raggiera comparvero elementi vegetali, figure allegoriche e testine angeliche.
Il successivo gusto neoclassico semplificò e irrigidì le forme, ma non mutò sostanzialmente le tipologie fondamentali, tanto che ancora oggi la tipologia più diffusa di ostensorio è quella raggiata.
Alcune delle opere esposte
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