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IL DONO DEL PANE - VENITE ADOREMUS

Preziose testimonianze di oreficeria siciliana

16 febbraio - 7 aprile 2024

                                                        Preziose testimonianze di oreficeria siciliana
 
 In occasione della Pasqua 2024, per celebrare i 180 anni di Fondazione della Diocesi di Caltanissetta, avvenuta nel 1844, nel corso del Congresso Eucaristico Diocesano indetto da mons. Russotto, il Museo diocesano Mons. Speciale, in collaborazione con la Soprintendenza BB.CC.AA. di Caltanissetta, propone  una mostra incentrata sul mistero dell’Eucaristia, dal titolo “Il dono del Pane - Venite Adoremus - Preziose testimonianze di oreficeria siciliana”.
Nelle sale del museo viene esposta una selezione di ostensori in gran parte provenienti da chiese della diocesi, e altre opere, disegni, apparati generosamente concessi in prestito dai parroci e dalle istituzioni che li hanno in custodia o già facenti parte della collezione permanente del museo.
Il percorso espositivo, che si propone come un racconto articolato, prende avvio da un importante ostensorio architettonico monumentale, realizzato nel 1609 dall’argentiere Nibilio Gagini e custodito nella Chiesa Madre di Mistretta ME (Diocesi di Patti).
Gli ostensori monumentali – così definiti per le grandiose dimensioni e per gli apparati decorativi particolarmente ricchi ed elaborati con elementi architettonici e sculture – erano in uso in Spagna e nell’Italia meridionale a partire dal XV secolo.
Osservando gli ostensori architettonici esposti in mostra, quali l’ostensorio monumentale di Mistretta e il ricchissimo ostensorio cinquecentesco di argentiere catanese proveniente dalla Cattedrale di Caltanissetta, è possibile comprendere l’evoluzione stilistica dell’arte e dell’architettura in Sicilia tra il Cinquecento e il Seicento, ovvero quell’arco temporale durante il quale le forme allungate del gotico – caratterizzato da guglie, cuspidi, pinnacoli, contrafforti e archi rampanti – cedettero lentamente il passo alle armoniche forme rinascimentali costituite da archi a tutto sesto, colonne classicheggianti, balaustre e cupolette, lasciando intravedere già alcuni cenni di barocco riconoscibili nelle morbide e sinuose linee delle architetture e delle figure.
Si tratta di cattedrali in miniatura, abitate da statuine in argento, ora con funzione meramente ornamentale, ora con valore illustrativo degli episodi narrati dalle Scritture: angeli, apostoli, allegorie, la Vergine popolano gli spazi secondo una disposizione chiaramente simbolica e narrativa, con l’onnipresente figura del Cristo Risorto posta al culmine dell’architettura.
A partire dalla metà del XVI secolo la magnificenza degli ostensori architettonici comparve anche nella realizzazione dei tabernacoli posti stabilmente sugli altari, quali le custodie eucaristiche lignee, tipiche dell’ordine dei Cappuccini, configurandosi come “microarchitetture” che richiamano nelle forme le architetture delle nuove piazze barocche.
Tra il Seicento e il Settecento, grazie soprattutto al clima della Controriforma, si diffuse anche l’uso degli ostensori a raggiera, così chiamati per via dei raggi fiammanti o lanceolati che circondano la teca di vetro, chiara allusione all'identificazione simbolica dell'Eucarestia con il sole. Di dimensioni minori e più maneggevoli, gli ostensori a raggiera venivano utilizzati per l’esposizione eucaristica nel periodo pasquale e per le processioni, in particolare per la processione del Corpus Domini.
La fine del Seicento e i primi decenni del Settecento è anche il periodo in cui trionfa il senso scenografico tipico dell’arte barocca siciliana che si ritrova non solo nelle architetture ma anche negli addobbi effimeri tipici di alcune espressioni del sacro, quali l’esposizione eucaristica delle Quarantore. In queste occasioni maestranze diverse lavoravano per la spettacolarizzazione dell’esposizione eucaristica, addobbando gli altari con paliotti, vasi, fiori, numerose candele – per esaltare il valore simbolico della luce – e soprattutto apparati scenografici effimeri atti a simulare cortine e drappi come dinnanzi a un teatro in cui va in scena una rappresentazione sacra.
Centrale in tali apparati scenografici era proprio l’ostensorio a raggiera, come quello, esposto, proveniente dalla Chiesa Madre di San Cataldo e realizzato nel 1719 dall’argentiere Didaco Russo su modello di Giacomo Amato e Antonio Grano, architetti barocchi che avevano progettato una celebre scenografia per le Quarantore su richiesta del viceré duca di Uzeda. L’ostensorio di San Cataldo riporta il punzone con aquila a volo basso sulle lettere RVP, marchio della zecca di Palermo.
La tipologia di ostensorio a raggiera divenne la più diffusa, tanto che in mostra si può ammirare un ostensorio raggiato legato al Congresso Eucaristico Regionale Siculo e Diocesano di Caltanissetta del 1936.
Il percorso della mostra si rivela dunque il racconto della storia dell’ostensorio, l’oggetto liturgico che essenzialmente significa l’Eucaristia, “fonte e apice della vita cristiana”, un racconto ampio e articolato perché ne narra nei secoli l’evolversi delle forme artistiche, la centralità nel culto e nella pratica devozionale che nel tempo dall’essenzialità originaria arriva alla ricerca di forme di spettacolarizzazione sorprendenti che mirano allo stupore e alla meraviglia.
Un viaggio interessante tra bellezza, magnificenza, suggestioni.

APPROFONDIMENTI

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Custodie eucaristiche in Sicilia tra Gotico e Rinascimento
Prof. Maurizio Vitella

Il Pane Eucaristico... Venite Adoremus
Mons. Mario Russotto

Alcune delle opere esposte

Inaugurazione della mostra e fasi dell'allestimento

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